«Là sotto è estate,» pensò Bilbo « e si falcia il fieno e si va a fare i picnic. Faranno la mietitura e raccoglieranno le more prima ancora che noi cominciamo a scender giù dall’altra parte, se continuiamo di questo passo». Anche gli altri erano assorti in pensieri egualmente cupi, benché, quando avevano salutato Elrond al culmine delle speranze di un mattino di mezz’estate, avessero parlato gaiamente di superare le Montagne e di attraversare rapidamente le terre al di là di esse. Avevano creduto di arrivare alla porta segreta sulla Montagna Solitaria forse proprio in quella prossima luna nuova d’autunno «e forse sarà il giorno di Durin», avevano detto.
 Solamente Gandalf aveva scosso la testa e non aveva detto niente. I Nani non erano più passati per quella strada da molti anni, ma Gandalf sì, e sapeva quanto il male e il pericolo fossero aumentati e avessero allignato nelle Terre Selvagge, da quando i draghi avevano cacciato gli Uomini, e gli Orchi si erano diffusi di nascosto a tutti, dopo la battaglia delle Miniere di Moria. Perfino i piani ben fatti di uno Stregone saggio come Gandalf e di un buon amico come Elrond qualche volta falliscono, quando si vive una avventura pericolosa sul Confine delle Terre Selvagge; e Gandalf era uno Stregone saggio abbastanza per saperlo.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Su e Giù, There and Back Again by David T. Wenzel}
-Ancalagon

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