La prese e la fissò a lungo, e scosse la testa; poiché se non approvava interamente i Nani e il loro amore per l’oro, odiava i draghi e la loro crudele malvagità, e lo rattristava ricordare la rovina della città di Dale e le sue allegre campane, e le rive bruciate del luminoso Fiume Fluente. La luna brillava in una larga falce d’argento. Egli sollevò la mappa e la luce bianca splendette attraverso di essa. «Che cos’è questo?» disse. «Ci sono delle lettere lunari, qui, accanto alle rune visibili, che dicono “la porta è alta un metro e mezzo e ci si può passare in tre per volta”».
«Cosa sono le lettere lunari?» chiese lo Hobbit, pieno d’eccitazione. Amava le mappe, come vi ho già detto; e amava anche le rune e le lettere dell’alfabeto e la bella calligrafia, anche se quando scriveva faceva delle sottilissime zampe di gallina.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Un Breve Riposo, Elrond Bilbo Gandalf by В.С.Кривенко (W.Kriwenko)}
-Ancalagon