«Tuttavia ho qui qualcosa che forse porterà conforto al tuo cuore», disse Galadriel; «mi fu consegnata affinché te la dessi, qualora tu fossi passato dalle nostre terre». Tolse dal grembo una grande pietra verde e limpida, incastonata in una spilla d’argento a forma d’aquila con le ali distese; la tenne alla luce, e la gemma sfavillava come il sole tra le foglie della primavera. «Questa gemma io diedi a Celebrían, mia figlia, ed ella a sua volta la donò alla sua; giunge ora nelle tue mani in segno di speranza. In questo momento prendi il nome a te predestinato, Elessar, gemma elfica della casa di Elendil!».
 Aragorn prese la spilla e se l’appuntò al petto, e coloro che lo guardavano furono colti da meraviglia; mai infatti avevano notato il suo portamento eretto e regale, e parve loro che le spalle del capo della Compagnia si fossero alleggerite di molti anni logoranti. «Per i doni che mi hai offerto ti ringrazio», disse, «o Dama di Lórien che generasti Celebrían ed Arwen Stella del Vespro. Non è forse codesta la lode più bella ch’io ti possa porgere?».
 La Dama inclinò leggermente il capo, e si rivolse poi a Boromir, al quale diede una cinta d’oro; a Merry ed a Pipino donò piccole cinture d’argento, dalla borchia a forma di fiore d’oro. A Legolas offrì un arco come quello dei Galadhrim, più lungo e più robusto degli archi del Bosco Atro, la cui corda era fatta di capelli elfici. Era accompagnato da una faretra di frecce.
{J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Addio a Lórien, The Gift of Galadriel by Greg and Tim Hildebrandt}
-Ancalagon

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top
Racconti di Tolkien