«Bene, bene!» disse una voce. «Guarda un po’! Bilbo lo Hobbit a cavallo di un pony, nientemeno! Che spettacolo!».
«Davvero sorprendente, meraviglioso!».
Poi si imbarcarono in un’altra canzone ridicola quanto quella che ho riportata per intero. Alla fine uno, un giovane alto, venne fuori dagli alberi e si inchinò di fronte a Gandalf e a Thorin.
«Benvenuti nella valle!» disse.
«Grazie!» disse Thorin un po’ bruscamente; Gandalf invece era già sceso di sella e chiacchierava allegramente con gli Elfi stando in mezzo a loro.
«Siete un po’ fuori strada,» disse l’Elfo «cioè a dire, se vi state dirigendo all’unico sentiero che attraversa il ruscello e porta alla casa dall’altra parte. Vi mostreremo la via giusta, ma fareste meglio ad andare a piedi fino a che non avrete attraversato il ponte. Volete fermarvi un po’ a cantare con noi, o volete continuare subito? Di là stanno preparando la cena» disse. «Posso sentire l’odore della legna che arde nella cucina».
Stanco com’era, a Bilbo, sarebbe piaciuto fermarsi un poco. Il canto degli Elfi, a giugno, sotto le stelle, è una cosa che non va persa, almeno se si tiene a queste cose. Inoltre gli sarebbe piaciuto scambiare qualche parola in privato con queste persone che sembravano conoscere il suo nome e sapere tutto su di lui, anche se non li aveva mai visti prima. Pensava che la loro opinione sulla sua avventura poteva essere interessante. Gli Elfi sanno un sacco di cose e sono meravigliosi per quanto riguarda le notizie: vengono a sapere che cosa succede tra le genti del paese con la velocità con cui scorre l’acqua, o più velocemente ancora.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Un Breve Riposo, ArtStation – Rivendell by Serena Malyon}
-Ancalagon
