La testa e la barba dello Stregone si chinavano ora da una parte ora dall’altra, mentre cercava le pietre, ed essi seguivano le sue indicazioni; ma quando il giorno cominciò a declinare non sembrava che si fossero avvicinati di molto alla fine della loro ricerca. L’ora del tè era trascorsa da tempo, e sembrava che anche per l’ora di cena sarebbe stato, tra poco, lo stesso. C’erano delle falene che svolazzavano tutt’intorno, e la luce si fece sempre più fioca, perché la luna non si era ancora levata. Il pony di Bilbo cominciò a inciampare sopra radici e pietre. Arrivarono sull’orlo di un ripido dirupo così all’improvviso che il cavallo di Gandalf quasi scivolò giù per il pendio.
 «Finalmente ci siamo!» gridò, e gli altri gli si affollarono intorno e si sporsero a guardare. In basso, lontano, videro una valle. Potevano udire la voce dell’acqua che scorreva frettolosa in un letto roccioso sul fondo; nell’aria c’era il profumo degli alberi; e c’era una luce sul lato della valle al di là del fiume.
 Bilbo non dimenticò mai il modo in cui sdrucciolarono e scivolarono all’imbrunire giù per il ripido sentiero a zig-zag entro la valle segreta di Gran Burrone. L’aria diventava più calda via via che scendevano, e l’odore dei pini lo insonnolì, sicché ogni tanto la testa gli cadeva sul petto, e lui quasi scivolava giù dalla sella, o batteva il naso sul collo del cavallo. Il loro morale si risollevava man mano che scendevano in basso. Ora gli alberi erano faggi e querce, e c’era un senso di serenità nel crepuscolo. L’ultimo verde era quasi svanito dall’erba, quando infine giunsero a una radura non lontana dalle sponde del ruscello.
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Un Breve Riposo, Rivendell by J.R.R. Tolkien}
-Ancalagon

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