Allora la porta di pietra si aprì con una spinta poderosa, ed entrarono tutti. C’erano delle ossa sul pavimento e un odore sgradevole nell’aria; ma c’era anche una grande quantità di cibo gettato alla rinfusa su alcuni scaffali e sul terreno e, in gran disordine, il bottino di molte rapine. C’era di tutto: bottoni d’ottone e pentole piene di monete d’oro che stavano in un angolo. C’erano anche molti vestiti, appesi alle pareti – troppo piccoli per Uomini Neri, temo che appartenessero alle loro vittime – e in mezzo ad essi molte spade di varia fattura, forma e dimensione. Due attrassero particolarmente il loro sguardo, per le loro belle guaine e per le else tempestate di gemme.
Gandalf e Thorin ne presero una per uno; e Bilbo prese un coltello in una custodia di pelle. Per un Uomo Nero sarebbe stato al massimo un coltellino tascabile, ma per lo Hobbit era buono quanto una spada corta.
«Sembrano buone lame» disse lo stregone, estraendole a mezzo e fissandole con curiosità. «Non sono state fatte da un Uomo Nero, né da un fabbro tra gli Uomini, né da queste parti né di recente; ma quando potremo leggere le rune incise su di esse, ne sapremo di più sul loro conto».
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Abbacchio Arrosto, Gandalf by Magali Villeneuve}
-Ancalagon
