Tre persone grandi e grosse stavano sedute attorno a un gran fuoco di ceppi di faggio. Stavano arrostendo dell’abbacchio su lunghi spiedi di legno e si leccavano il sugo dalle dita. C’era nell’aria un profumino appetitoso, e c’era anche un barilotto di buona birra a portata di mano, ed essi la bevevano in grandi boccali. Ma erano Uomini Neri. Senza possibilità d’errore. Perfino Bilbo, nonostante la sua vita ritirata, poteva rendersene conto: dalle loro grosse facce volgari, dalla loro taglia e dalla forma delle loro gambe, per non parlare del loro linguaggio che non era per niente salottiero, proprio per niente*.
 *Tolkien dà al linguaggio degli Uomini Neri una cadenza comica piattamente dialettale. Il gioco linguistico rivela una percezione del linguaggio analoga a quella che Tolkien ascriveva a Chaucer in una lunga dissertazione presentata alla Philological Society di Oxford il 16 maggio 1931. La dissertazione, intitolata <<Chaucer come filologo: The Reeve’s Tale>>, dimostra come Chaucer usasse il dialetto settentrionale del Middle English quale fonte di divertimento per il suo uditorio meridionale (Londra). Molte opinioni espresse su Chaucer potrebbero valere per Tolkien stesso:
 <<Chaucer tiene deliberatamente conto del modo in cui il “dialetto” suscita facilmente la risata nella persona ignorante o priva di una conoscenza filologica. Ma non presenta soltanto le pure e semplici concezioni popolari del dialetto; ne fornisce l’essenza genuina, anche se è attento nell’offrire al suo pubblico certe ben note caratteristiche che questo è abituato a considerare comiche. Non c’è dubbio che nel caso citato ebbe l’intuizione di usare un tale facile mezzo per raggiungere un realismo drammatico e con questo tocco geniale salvò The Reeve’s Tale. Eppure è certo che non avrebbe sicuramente fatto niente di tutto ciò, e senz’altro non lo avrebbe fatto tanto bene, se non avesse posseduto un interesse filologico personale ed anche una conoscenza del “dialetto” parlato e scritto più ampia di quel che non fosse usuale ai suoi tempi. Battute di spirito così elaborate, facezie così rifinite possono uscire soltanto da una persona interessata al linguaggio, e che ne è un attento osservatore. Cogliere le stranezze del linguaggio degli altri e riderne è di tutti…Molti possono ridere, ma pochi sono in grado di analizzare o registrare>>. (<<Translation of the Philological Society)>>, 1934, pp.3-4).
{J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit, Abbacchio Arrosto, ArtStation – Bilbo sneaking up to the trolls by John Paul Cavara}
-Ancalagon

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